Gli aumenti vertiginosi del prezzo del gas stanno mettendo in ginocchio gli artigiani e le piccole imprese, e visto un ulteriore taglio del 15% del gas russo annunciato oggi, la situazione non sembra poter migliorare a breve senza un intervento governativo. Confartigianato lo denuncia da mesi e questa mattina lo ha ribadito in diretta durante il programma di Rai3 Agorà, con la testimonianza di Danilo Cirioni, titolare de La Table, impresa del distretto civitonico che opera nella produzione della ceramica artigianale, e socio di Confartigianato Viterbo. Al suo fianco il presidente di Confartigianato Lazio e Confartigianato Viterbo, Michael Del Moro.
Bollette alla mano, Danilo Cirioni ha mostrato i rincari subiti nell’ultimo anno: da 2.867 euro pagati per il gas ad aprile 2021, con 0,50 euro al metro cubo, è arrivato a dover sborsare ad aprile 2022 ben 21.507 euro, pari a circa 1,91 euro al metro cubo. “Il mio utile se ne è andato, ormai è solo una remissione, si produce in perdita – spiega il titolare de La Table, impresa punta di diamante della produzione artigiana del distretto -, spendo 20 e incasso 15. La situazione è molto più che critica, è tragica e insostenibile: ho chiesto alla compagnia che fornisce il gas una rateizzazione, mi hanno proposto una soluzione in tre mesi a 17mila euro al mese. Che, sommati ai 21,5 mila della spesa corrente mensile, fanno quasi 39mila euro al mese: ma come si fa?”.
Il paradosso è che Cirioni ha ordini da tutto il mondo, con nel suo laboratorio in bella vista pacchi di materiale diretto in Messico. Ma il ricavo è zero. “Devo onorare contratti sottoscritti primi dei rincari, con prezzi che non tengono conto degli aumenti – aggiunge -. Così la remissione però è totale, la prospettiva è ridurre il personale, in primis, e poi chiudere: noi al Governo chiediamo solo un aiuto per far fronte ai costi dell’energia, per poter sopravvivere e continuare a lavorare. Due contratti già non ho potuto rinnovarli, ma se mando a casa i lavoratori alla collettività poi costano di più tra Cig e Naspi – conclude -. Lo Stato sostenga con appositi contributi chi come noi vuole lavorare e a mantenere inalterati i livelli occupazionali”.
Con aumenti insostenibili e l’azienda che lavora in perdita, la prospettiva non è rosea: si va verso la sospensione dell’attività. “Di questo passo – ha sottolineato il presidente Michael Del Moro – è a rischio il 40% dei posti di lavoro nel settore della ceramica, un comparto da 6200 addetti con 2100 aziende che attraversano un momento di difficoltà. Come Confartigianato da mesi denunciamo l’insostenibilità dei rincari, serve una maggiore attenzione alle realtà produttive per impedire che chiudano lasciando senza reddito migliaia di lavoratori”.
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