Confartigianato Imprese di Viterbo vicina ai produttori del latte che, specialmente in Sardegna ma anche nella nostra provincia, stanno vivendo momenti drammatici per il crollo del prezzo della materia prima.
![Giovanni Spizzichini](http://www.confartigianato.vt.it/cvt/wp-content/uploads/Giovanni-Spizzichini.jpg)
“Il tema del prezzo del latte accomuna tutti – spiega Giovanni Spizzichini, produttore e titolare dell’omonima latteria viterbese e referente del comparto per le aziende di Confartigianato Imprese di Viterbo –. Il problema è generale del settore caseario italiano e ora sta scoppiando per la protesta degli allevatori sardi, ma non è di recente costituzione: da 20 anni in Italia viene trascurata la filiera della produzione con l’intento di favorire solo l’industria e la distribuzione, oggi concentratesi in mano a due o tre grandi gruppi. Il risultato principale? Si preferisce il latte estero, senza garanzia di qualità, e si tartassano i produttori italiani”.
“La soluzione a questa situazione giunta all’estremo c’è – aggiunge Spizzichini -. Ad ogni livello, il prodotto va pagato il giusto, riportando nei ranghi il rapporto, oggi ormai fuori controllo, tra i costi di produzione e di vendita. I litri di latte versati a terra sono l’emblema della disperazione che sta dietro alla protesta: la ricchezza va ridistribuita su tutta la filiera, non solo nella parte finale del ciclo”.
“Inconcepibile abbassare a questi livelli il prezzo della materia prima, siamo vicini agli amici di Coldiretti e a tutti gli allevatori nella loro battaglia, che è anche la battaglia per la tutela dei prodotti di qualità italiani – conclude Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese Viterbo -. Ridurre al minimo il valore del latte italiano significa volerlo sminuire per allargare il mercato a quello di provenienza non certificata e di non provata qualità, comportando la chiusura di migliaia di allevamenti sul territorio nazionale. La risposta delle istituzioni deve essere chiara e immediata”.