Il Ministero dell’Ambiente e del territorio ha chiesto a Unioncamere informazioni in merito alle certificazioni non ancora effettuate in base al Dpr 43/2012. Secondo il Dpr, le persone e le imprese coinvolte nelle attività di installazione, manutenzione e riparazione di apparecchiature che contengono gas fluorurati a effetto serra hanno l’obbligo di iscrizione ad un apposito Registro (istituito presso il ministero e gestito dalle Camere di commercio territorialmente competenti) con successivo obbligo di certificazione presso organismi certificati e designati. Ricordiamo a questo proposito che sin dal 12 gennaio 2014 le imprese interessate dovevano avvalersi di personale certificato ed essere a loro volta certificate. Nel caso di imprese unipersonale sussiste comunque l’obbligo di certificare sia l’operatore che l’impresa.
Da una prima verifica è emerso che su 51.388 imprese attualmente iscritte al Registro solo il 26% risulta in possesso della certificazione richiesta e che ancora circa il 18% delle persone non è stato certificato.
Al fine di vigilare e accertare il rispetto della normativa il ministero dell’Ambiente intende ottenere chiarimenti dalle imprese che, pur iscritte, non risultano essere certificate, diffidandole dallo svolgere l’attività ricadente nel campo di applicazione del decreto.
Come prima azione il ministero ha richiesto a Unioncamere l’elenco delle persone e imprese iscritte al Registro, tra cui l’elenco di quelle certificate e l’elenco di quelle con certificato ancora provvisorio di durata semestrale (previsto nella fase transitoria iniziale di applicazione dell’obbligo, ormai trascorsa).
Questi controlli e azioni di monitoraggio seguono il comunicato stampa, emesso lo scorso 22 gennaio, con cui il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari dichiarava che sarebbe stata intensificata l’attività di controllo e contrasto nei confronti della commercializzazione illegale di gas fluorurati a effetto serra (F-gas), in linea con il Dpr 27 gennaio 2012, n. 43 e in ottemperanza con quanto previsto dalle disposizioni comunitarie. Le azioni di controllo inoltre rendono giustizia a chi ha ottemperato agli obblighi di legge e deve oggi affrontare la concorrenza sleale di soggetti che, pur non avendo la certificazione, continuano indisturbati ad operare.