Tra crisi e maltempo, la prima parte dell’estate 2014 ha registrato un basso consumo di gelato artigianale. Si è fatta attendere troppo e, alla fine, si è dovuta concentrare tutta in questo agosto, la “bella” stagione quest’anno ha penalizzato proprio lui, il re delle estati italiane. Poche vendite per sua maestà il buon gelato artigianale nei primi mesi estivi, ma l’andamento ha subito un’inversione di rotta a partire dai primi giorni agostani. Agli irriducibili gelatisti che non hanno rinunciato al loro rituale estivo, si sono aggiunti i consumatori “ritardatari” e le vendite sono ormai a pieno regime. Che sia in vaschetta, cono o coppetta, l’importante è che sia rigorosamente made in Italy e fatto con le migliori materie prime: la sintesi tra sapere manuale e fantasia si traduce in uno dei prodotti italiani più imitati nel mondo che da secoli oramai conquista i palati di tutte le età.
Anche e soprattutto quest’anno, viste le particolari condizioni climatiche, Confartigianato Imprese di Viterbo ha voluto fare una piccola indagine tra le gelaterie del territorio per testare l’andamento delle vendite nella gelosfera e capire quali siano le tendenze di questa estate 2014.
«Il Lazio e più nello specifico la Tuscia – spiega Andrea De Simone, direttore provinciale dell’Associazione – si sono sempre attestati tra i primi territori in fatto di produzione di gelato artigianale, dimostrazione del fatto che, oltre ad essere famoso per la produzione di esempi di eccellenza, il nostro territorio è anche e soprattutto culla di quelle tradizioni artigiane che per noi sono un vanto. Per questo motivo la salvaguardia degli antichi mestieri, dei saperi tramandati di generazione in generazione, è uno dei nostri capisaldi».
Tradizione e radici culturali, certo, ma non solo: i nostri mastri gelatai sono anche pionieri dell’innovazione e proprio quel connubio tra passato e presente sembra sposarsi alla perfezione con il gelato. Accanto ai gusti classici, l’estro degli artigiani viterbesi ci ha abituati, soprattutto negli ultimi anni, ad una varietà di nuovi accostamenti e nuovi sapori che, a volte, superano anche le aspettative più audaci. Così nonostante il 2013 avesse già registrato un calo del consumo medio di gelato e malgrado le temperature delle scorse settimane invogliassero più ad una buona cioccolata calda, non è mancato chi si è lasciato tentare da una fredda pallina ricca di sapore. Niente più super vaschette da un chilo e più per le cene in famiglia e tra amici, ma il rito del cono, anche sotto la pioggia, non si tocca. Nella corsa al gelato più buono, ancora una volta, ancora una volta la spuntano le gelaterie storiche del territorio: il viterbese, insomma, sceglie la qualità del gelato artigianale e lo cerca nei templi sacri della tradizione cittadina. Dall’Antica Latteria a Polozzi, passando per Casantini e il Borgo di Bagnaia, i gotha del freddo piacere disegnano un dolcissimo percorso che esalta le papille gustative.
«Le piogge dei primi mesi hanno pesato sulle vendite – spiega Virginio Casantini, rinomato pasticcere e gelataio di Viterbo – ma l’arrivo del caldo lascia presagire un rialzo sia in agosto che a settembre. Quest’anno i gusti più richiesti sono cioccolata e nutella: classici ma intramontabili se fatti ad arte».
La particolarità di questa stagione estiva si è andata a unire al più generale cambio di abitudini di consumi che coinvolge ogni aspetto della vita dei cittadini. Questo però non comporta una rinuncia indiscriminata da parte dei consumatori quanto piuttosto l’orientarsi su una scelta diversa, che mira alla qualità. In altre parole siamo sempre più propensi a destinare le nostre spese, seppur ridotte, su prodotti qualitativamente eccellenti. Ecco perché il gelato artigianale, prodotto con una lavorazione lunga e certosina, che utilizza materie prime di alta qualità, rimane una merce richiesta indipendentemente dalle variabili che ne possono condizionare la vendita. Come a dire che in un’epoca scandita a suon di tagli e tempo inclemente, il consumo di prodotti eccellenti rimane un baluardo difficile da sgretolare. La maestria gelatiera ne è una chiara dimostrazione e, insieme a molti altri esempi di eccellenza artigiana, è uno di quei motori che può contribuire a trainarci fuori dal pantano della recessione. «Gli amanti del gelato non si sono fatti scoraggiare da un’estate climaticamente atipica – spiega Manuela de Il Borgo di Bagnaia – e la nostra cannella è andata a ruba». Anche secondo Paola Zena della gelateria Antica Latteria le vendite in questi ultime settimane vanno moto bene e «se il tempo continua così non potranno che migliorare. I clienti continuano a preferire i nostri classici: cioccolato, fiordilatte e schiaffo del papa (crema prodotta con le nocciole dei Cimini, ndr), ma anche i gusti più innovativi come il cheesecake hanno numerosi fans»
Le testimonianze dei nostri artigiani dimostrano l’importanza della salvaguardia e promozione del made in Italy d’eccezione che, come il gelato nostrano, non solo rappresenta un vanto inimitabile ma certamente contribuisce a rinvigorire una logica di apertura ai nuovi mercati sulla quale dobbiamo premere il pedale dell’acceleratore. Se non sarà un cono gelato a salvare il nostro territorio, è sicuro che un atteggiamento più propenso a coltivare ed esportare il nostro saper fare di qualità può contribuire a generare un meccanismo di riqualifica tout court dei nostri comparti produttivi. Allora, in barba a freddo e pioggia, ben venga l’esaltazione del gelato: gioia del palato ed espressione di un nuovo modo di sentirci fieri della nostra tradizione artigiana.