Dal 18 ottobre scatteranno i dazi degli Stati Uniti su 93 prodotti made in Italy. Secondo Confartigianato i più colpiti saranno quelli del settore lattiero-caseario in cui operano oltre 1.900 imprese artigiane e che vanta ben 275 tipi di formaggi Dop e Igp.
La Confederazione ha rilevato che, tra formaggi, burro, yogurt, negli ultimi 12 mesi abbiamo esportato negli Stati Uniti prodotti per un valore di 312 milioni di euro, il più alto in Europa. Del resto, gli Stati Uniti sono al terzo posto tra i 10 mercati di riferimento per le nostre esportazioni di alimenti: volano negli Usa l’8,7% di pasta, olio, formaggi, carni, frutta e ortaggi venduti in tutto il mondo e il 26,1% del food venduto sui mercati extra Ue a 28. Nel primo semestre del 2019 la domanda statunitense di food made in Italy è aumentata del 12,9% e per i prodotti lattiero-caseari italiani le vendite negli Usa sono cresciute del 22,1%.
Ora, a causa della politica commerciale dell’amministrazione Trump, questo patrimonio economico e di cultura alimentare è a rischio. A risentirne potrebbero essere le regioni con il maggiore export negli Usa di prodotti lattiero-caseario: in testa l’Emilia Romagna con 115 milioni di euro, seguita da Lombardia con 63 milioni, da Sardegna con 62 milioni, da Veneto con 35 milioni e da Campania con 12 milioni. A livello provinciale il più alto valore di export di prodotti delle imprese lattiero-casearie verso gli Usa si registra a Parma (80 milioni di euro negli ultimi 12 mesi), seguita da Sassari (41 milioni di euro, Verona (32 milioni di euro), Cremona (23 milioni di euro) e Piacenza (20 milioni di euro).
Per quanto riguarda le imprese artigiane, la regione che registra un maggior peso del settore lattiero-caseario sul totale dell’artigianato alimentare, è il Molise (7,8%), seguito da Basilicata (7,3%), Puglia (5,8%), Campania (4,7%), Calabria (3,3%), Valle d’Aosta (2,7%) e Emilia Romagna (2,5%).